Pejac ha trasformato il Centro penitenziario di El Dueso nella location del suo nuovo progetto artistico.
Il penitenziario è situato nella periferia di Santander, città natale dell’artista, è la più antica prigione della Spagna. Venne costruita all’inizio del XX secolo sui resti di un vecchio forte di Napoleone, si affaccia sul Mar Cantabrico ed è circondata da paludi.
Per 11 giorni, le mura, i cortili e corridoi sono diventati il luogo di lavoro dell’artista, famoso proprio per il suo impegno artistico in luoghi pubblici particolari.
Ha preso così vita questo progetto che prende il nome Gold Mine e che consiste in una serie di tre opere artistiche studiate ad hoc per la location che le ospiterà. Nel loro insieme le tre opere si integrano tra loro a rappresentare il valore della condizione umana, il resistere alle avversità, la necessità di creare unite al desiderio di lasciare un segno.
Tematiche che sicuramente traggono la loro ispirazione intrinseca dall’ambiente circostante. Dalla condizione umana che un carcere può trasmette all’immaginario, in cui i soggetti che la vivono sono pervasi dallo stato di colpa, dalla speranza di libertà attraverso un percorso di reintegro.
E proprio in quest’ottica, grazie al coinvolgimento attivo dei detenuti alla realizzazione di questo progetto, che hanno preso vita le tre opere pittoriche:
“Hidden Value” realizzata con una lamina d’oro da 22 Kt sul tabellone del campo da basket presente nel cortile della prigione. L’opera, realizzata con le tecniche dello stile pittorico del trompe l’oeil, crea effetto visivo illusorio di tridimensionalità, a indicare che a volte è l’oro a non brillare. Come ha voluto esplicitare l’artista stesso, è un opera che nasce dall’idea di trasformare un oggetto quotidiano in un oggetto di lusso la cui fruizione quotidiana sia un esclusiva dei detenuti.
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“The Shape of Days” è un murale che rappresenta un albero, che prende la sua forma da tanti piccoli segni, che richiamano direttamente i segni incisi sulle pareti delle celle per tenere traccia dei giorni “dentro”. Un opera che vuole rappresentare il senso della perseveranza come una delle virtù più preziose tra le mura di El Dueso. Il tempo e la speranza si avvicendano nel dare la forma all’albero. Lo stesso Pejac a spigare l’opera come “ogni giorno dentro è un giorno che ti porta più vicino alla libertà e alla foresta di leccio dietro le mura di questa prigione”.
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“Hollow Walls” un murale anche questo che rappresenta un uccello immaginario. Che si inserisce in tutta la sua poetica in un corridoio in cui cemento e filo spinato erano gli unici elementi presenti. Un opera che alleggerisce la gli stati d’animo di chi quel corridoio lo percorre quotidianamente. Pejac ha voluto immaginare un realtà alternativa vedendoci delle porte scorrevoli che possono aprirsi come se fosse un immenso armadio a muro.
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Nata Cagliari, classe 1980
Dopo la laurea in scienze della comunicazione, collabora come fashion editor per diverse riviste Italiane.