Le prime sei delle 620 immagini scattate dal satellite LiciaCube posizionato a 50 chilometri dall’asteroide Dimorphos, sono sono già state trasmesse a Terra.
Questo minisatellite delle dimensioni di una scatola da scarpe ed un peso di 14 chili, è stato progettato e assemblato dall’azienda torinese Argotec e dall’Agenzia spaziale italiana. Il suo compito è quello di effettuare un serie di rilevazioni durante il test di difesa planetaria della NASA, deviando la traiettoria orbitale di un asteroide nello spazio.
Il test che si è svolto il 26 settembre 2022, alle 19:14 eastern daylight time, ha fatto impattare la sonda spaziale DART (Double Asteroid Redirection Test) con l’asteroide Dimorphos, nel tentativo di ridurne l’orbita attorno all’asteroide più grande Didymos, di circa l’1% o 10 minuti, ad un tempo dell’ordine di 11 ore e 45 minuti.
Il minisatellite LiciaCube è stato caricato a bordo della sonda della Nasa DART, ed ha viaggiato con la sonda dal 24 novembre 2021, data di lancio della sonda dalla Vandenberg Space Force Base in California. Si è sganciato dalla sonda DART il 12 settembre 2022, quando aveva raggiunto un distanza sufficiente dall’asteroide Dimorphos. Questo per garantire al satellite LiciaCube la distanza di sicurezza per non farsi coinvolgere nello schianto, Ha proseguito la sua traiettoria di avvicinamento fino ad una distanza di 50 Km, grazie ad un software di intelligenza artificiale che ha guidato autonomamente lo spostamento della sonda per 15 giorni grazie ai parametri che misurava attorno a sé, ha seguito da vicino Dart per rilevarne poi l’impatto ed i suoi effetti.
Dalle prime immagini che sono state trasmesse e condivise da ASI e Argotec, mostrano i pennacchi filamentosi di materiale polveroso espulso a seguito dell’impatto, che si espandeva verso l’esterno da Dimorphos.
Grazie alle immagini del satellite LiciaCube, abbiamo un POV particolarmente interessante su come la sonda Dart è riuscita a centrare il suo obiettivo.
Se il test abbia effettivamente funzionato, deviando l’orbita di Dimorphos attorno all’asteroide più grande Didymos, bisognerà aspettare ancora che tutti i dati rilevati vengano elaborati e che il sistema orbitale si stabilizzi.